“Nel ventre d’Africa, con le loro mandrie, vagano come se fosse il primo giorno dell’uomo: intorno a loro, sul resto della Terra, sono passati millenni inutilmente.”
L. Lain
L. Lain
Immaginate un luogo dove il cielo non vi sovrasta, ma vi attraversa, dove l’aria non si respira, ma si assapora, dove il tempo scorre e non corre come siamo abituati.
Un luogo dove la gente vi saluta, anche se non vi conosce, e dove il sistema nervoso si sistema e non s’innervosisce.
Dove tutto è vero, anche le cose meno belle, perché qui, nel ventre d’Africa, tutto è vita.
Questo è quello che provo ogni volta che mi trovo a viaggiare nell’Africa nera, nel ventre d’Africa.
Non si tratta della prima visita in un villaggio maasai; durante i miei viaggi in Tanzania on the road ho infatti avuto il privilegio di vivere altre volte un’esperienza di questo tipo. Un giorno vi racconterò perché..
Una cosa è sicura: queste esperienze che arricchiscono l’anima, fanno riflettere e ci mettono di fronte tanta diversità.
Quasi all’improvviso una mattina di Febbraio, decidiamo di partire per la terraferma per esaudire uno dei miei desideri: un’altra visita in un villaggio maasai. Durante i miei viaggi ho sempre portato con me dei piccoli doni che ho sempre il piacere di consegnare personalmente nelle località più remote, quelle dove non arrivano i turisti. Preparo la valigia con tutto quello che mi è stato consegnato dall’Italia e prendiamo il dalla dalla in direzione Stone Town.
Siamo leggermente in anticipo, il caldo è afoso e ci dirigiamo al porto per prendere la nave per Dar es salaam.
I viaggi on the road in Tanzania non sono semplici, le distanze sono immense e per questo facciamo una sosta di una notte a Dar es salaam nel mio quartiere preferito. Non si tratta del lungo mare frequentato dai turisti con gli hotel in stile occidentale ma alloggio alla periferia della città non lontano dalla stazione dei bus.
Sveglia presto e con il bajaji partiamo in direzione della caotica stazione dei bus di Dar es salaam. Tantissime le partenze per qualsiasi località della Tanzania senza degli orari definiti. Non ci sono orari.. i bus partono quando sono pieni!
Ci aspettano circa cinque ore di viaggio con una pausa intermedia di soli 10 minuti.. E ora inizia il mio spettacolo preferito, quello della Tanzania continentale! Quello che mi fa emozionare solamente guardando fuori dal finestrino: la terra rossa, i girasoli, le palme, le piante di banano, i babbuini lungo la strada per Handeni!
Come potete immaginare siamo ben lontani dalle località turistiche e capita spesso di essere l’unica muzungu sul bus. Dopo circa cinque ore di viaggio arriviamo a destinazione..
Nel cuore della savana
“Karibu dada“
Le prima parole che ho sentito appena arrivata ad Handeni: benvenuta sorella.
Ormai è quasi sera, in lontananza le sfumature di rosso del tramonto, avvolgono il cielo. Non si respira più l’aria tropicale di Zanzibar, è qualcosa di diverso, di selvaggio. Attendo la mattina seguente per raggiungere la mia destinazione: il villaggio maasai.
Sveglia presto e inizia il viaggio nelle immense distese di verde della savana, nella natura più selvaggia. La terra si fa sempre più rossa, tra campi di mais e mucche al pascolo, fino al cuore della foresta.
Scendo dal bajaji e una miriade di bambini mi viene incontro, a seguire gli altri. Quando ci sono ospiti arrivano tutti, anche dai villaggi vicini. Portano tutto l’occorrente per farmi gli onori di casa e offrirmi il chai, tutto è stato pulito e sistemato per il mio arrivo.
Piano piano tutti si allontanano, quasi a non voler disturbare. Per un attimo resto ferma, immobile di fronte alla capanna di fango, il silenzio è assordante. Una moltitudine di farfalle e uccellini dai colori meravigliosi, in lontananza solo i suoni della natura. Indescrivibile.
In fondo in fondo mi chiedo cosa gli spinge a vivere qua, senza elettricità e acqua corrente, tra le mille difficoltà, dove ogni volta che piove è una benedizione di Dio. Più tardi capisco che esiste qualcosa di più profondo: un popolo unito, la connessione famigliare, il legame ancestrale con la terra e la natura, il rispetto. La vita è regolamentata da un insieme di leggi, dove uomini e donne mangiano separati e le decisioni vengono affidate alla saggezza degli anziani.
In via eccezionale, mi salutano con un rito, di cui ora non voglio parlare, ma che fino a ora ho visto solo in un’altra parte del mondo: nella mia Sardegna.